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Le verità di un clown

Cosa c’è di più vero della verità raccontata da un clown?
Siamo nella Germania post-nazista in un periodo di stallo economico che non permette alcuna rinascita. Hans Schnier è un clown disilluso che vive a Bonn e che dopo una grave ferita ad un ginocchio è costretto a fermarsi dalle sue esibizioni.

La sua attività non fu mai tanto remunerativa, ma la situazione peggiora quando, dopo la ferita, Hans è lasciato da Maria, cattolica praticante, che,  dopo aver ricevuto forti pressioni dal gruppo cattolico di Bonn, per questioni di tale natura, decide di sposarsi con un uomo della borghesia cattolica.

In preda alla frustrazione e alla malinconia, Schnier attraverso flashback, telefonate e dialoghi ci fa rivivere alcuni episodi della sua vita che lo hanno portato ad odiare la Chiesa cattolica, che con la sua austera pomposità biasima le persone che non sono sposate, ma tollera chi tradisce il letto coniugale; il finto perbenismo della gente, che dopo la Seconda Guerra Mondiale dimentica le proprie responsabilità storiche e sociali; il mondo borghese, a cui appartiene la famiglia dello stesso Hans e che lo sosterrebbe volentieri qualora seguisse quello che loro pensano sia la giusta carriera di un uomo, un ricatto che corrisponde allo scambio di battute che solitamente aleggia quando, in qualsiasi momento, si parli di arte tra comuni mortali: “Tu che lavoro fai?” – “L’artista” – “Sì, ma di lavoro?”.

A casa si aspettavano che io cominciassi la carriera eroica – andare a lavorare in una fabbrica o in un cantiere edile per mantenere un’amante – e tutti erono delusi che non lo facessi.[…] Mi vedevano già la mattina uscire all’alba, il pacchetto dei panini e la cazzuola sotto il braccio, gettare un bacio verso la finestra a Maria e mi vedevano rientrare la sera stanco ma soddisfatto, leggere i giornali e guardare Maria che lavorava a maglia. Io invece non facevo il minimo sforzo per tradurre in realtà quelle loro fantasie.”

La critica aspra di Heinrich Böll non risparmia nessuno, il suo moralismo è intransigente, ma resta solo ad ululare alla luna, circondato da uomini e donne con orecchie da mercante, finendo con il mendicare alla stazione centrale di Bonn.

Carla Valentini